Non tutti sanno che una vacanza in terra marchigiana offre anche occasioni uniche per dedicarsi allo shopping di grandi marche del Made in Italy e acquistare prodotti di livello a prezzi di fabbrica in particolare nel campo delle calzature.
Le abilità dei maestri calzaturieri marchigiani sono di tale livello da poter pretendere un posto di eccellenza addirittura mondiale.Le origini della produzione sono antiche: il Boccaccio riportava che le scarpe prodotte dagli artigiani di Montegranaro e Sant’Elpidio a Mare erano così belle e di qualità da essere richieste ed esportate non solo in Toscana, ma addirittura nei Paesi Balcanici.Nel XV secolo sorsero a Sant’Elpidio a Mare numerose botteghe artigiane e si formarono le corporazioni dei calzolai, ma pare che solo nei primi dell’Ottocento si ebbe l’istituzione del distretto calzaturiero, che allora comprendeva i comuni di Sant’Elpidio a Mare, Montegranaro, Monte Urano e Monte San Giusto dove si producevano diffusamente pianelle di stoffa o di pelle destinate dapprima al mercato regionale, in seguito allo Stato Pontificio e al Regno di Napoli. Nell’Ottocento, con l’invenzione della macchina da cucire a pedale, la produzione accrebbe occupando lavoratori e perfino lavoratrici anche nei comuni limitrofi. Nel Novecento le botteghe divennero a gestione familiare e i giovani furono attirati da questo tipo di occupazione, più remunerativa e meno faticosa rispetto al lavoro nei campi. Alla fine degli anni ‘60 del secolo scorso la produzione industriale ha concretizzato l’esistenza di un distretto calzaturiero conosciuto a livello mondiale. Con l’industrializzazione si è avuta anche la parcellizzazione delle fasi lavorative che ha portato alla nascita di imprese specializzate come tomaifici e tacchifici. Ma sopravvivono anche artigiani specializzati in grado di realizzare l’intero processo produttivo e di personalizzare la scarpa secondo la struttura del piede e il gusto del cliente.Le scarpe di pregio prodotte nel distretto seguono rigorosamente le regole ed i canoni delle antiche e tradizionali regole artigianali impiegando pelle e cuoio per tomaie e suole. A questo si aggiunge da parte delle aziende una forte propensione alla creatività e all’innovazione estetica, fattori che ne hanno determinato il successo mondiale
Una produzione con tale radicamento sul territorio ha meritato l’istituzione di un interessante museo: Il Museo della Calzatura creato nel 1998 nella ridente cittadina di Sant’Elpidio a Mare, che a dispetto del suo nome, è arroccata in una collina poco lontano dalla costa. Il Museo è suddiviso in tre sezioni. La prima è un’esposizione di esemplari rari, dalle riproduzioni dei calzari romani fino ai giorni nostri, in un percorso che consente di ammirare calzature e strumenti di ogni epoca e provenienza. La seconda è dedicata alle scarpe appartenute a personalità della religione, dello spettacolo, dello sport e dell’arte e della cultura. La terza mostra una fedele riproduzione di una bottega artigiana e delle calzature che hanno vinto premi e riconoscimenti.A questo punto sarà difficile resistere al richiamo dei tanti outlet sparsi nel territorio, dove è diretto il contatto tra produttore e consumatore ed è facile fare ottimi acquisti.
Carla Virili