Le Marche sono una regione variopinta e straordinaria dal punto di vista paesaggistico, eppure nel corso degli anni sono state spesso ingiustamente trascurate dall’arte, dalla letteratura e soprattutto dal cinema, che ha preferito optare per altri lidi. Questo concetto è insito nella conoscenza comune, anche se in realtà non è esattamente vero: ci sono alcuni grandissimi registi che si sono innamorati perdutamente delle colline marchigiane non appena vi hanno messo piede e che hanno scritto sceneggiature intere pensando alle sue campagne, al suo mare e alla bellezza di tutto ciò.
Forse non tutti sanno che il film “Viaggio con Anita” (1979) diretto da Mario Monicelli e basato su un trattamento (nel cinema è una delle fasi che consente di arrivare alla stesura della sceneggiatura) scritto niente di meno che da Federico Fellini e Tullio Pinelli con il contributo di Pier Paolo Pasolini, ha una storia travagliata che parte dalle Marche. Fellini, che vendette il soggetto a Monicelli, dichiarò in un’intervista: “Se ho un pentimento è riferito al fatto di non aver realizzato quel film“.
Ciò che più colpisce è che l’ispirazione gli arrivò da un viaggio fatto in occasione della morte del padre e in quella quasi sceneggiatura vi era tutta l’essenza delle colline marchigiane, di luoghi meravigliosi come la gola del Furlo e di città rilevanti come Fano, che nell’immaginario del regista aveva sempre rappresentato la Rimini dalla sua infanzia. Con il senno di poi forse poteva essere questo il film che avrebbe cambiato le sorti delle Marche nel cinema, rivoluzionando completamente l’immaginario comune.
Altri sono stati i grandi riconoscimenti (spesso dimenticati): il capoluogo marchigiano, Ancona, è stato ripreso più volte nel cinema italiano, ad esempio da Luchino Visconti nel lontano 1943 con “Ossessione” e più recentemente nel 2001 nel film drammatico “La stanza di mio figlio” di Nanni Moretti.
Le colline vicino Macerata dal terrazzo del casale Villa Claire
Gruppo di antichi casolari da restaurare situati nella campagna attorno Cingoli
Le Marche hanno un fortissimo carattere e vantano poliedriche diversità di paesaggio: campagna, collina, monti, mare, fiume, paese, città… ognuna di queste cose è tipica e caratteristica dell’unica regione il cui nome è plurale.
Numerosi cineasti si sono innamorati di questa peculiare pluralità e, nonostante Fellini non abbia portato a termine la sua opera, la sua scelta di rappresentare i luoghi cardine della Marche ci rende orgogliosi.
Le colline intorno Senigallia viste dal Casale del Morro