I conservatories sono ambienti magici, consentono all’uomo di vivere all’esterno senza dover patire gli sbalzi delle temperature esterne. Nei lunghi mesi invernali lavorare in un luogo dove si vede e si sente la pioggia cadere ci consegna ad una rilassatezza immediata e ad un maggior contatto con la natura.
Ma non tutte le verande sono uguali. Nel mare delle offerte occorre saper individuare quale fa al caso nostro. Lo Studio di architettura Sergio Marinelli ( www.sergiomarinelli.com) previlegia quelle eseguite dagli artigiani locali che sanno maneggiare il ferro e il vetro, che offrono massima garanzia di tenuta ma anche qualità e distinzione, previlegiando quel certo stile raffinato ma semplice che solo i bravi architetti sanno ben dosare.
E’ essenzialmente un gioco di armonia, di luci ed ombre e di forme. Perché i conservatories sono dei bellissimi contenitori di vetro che si aprono all’esterno, un’estensione del giardino ( ed ecco il motivo perché in Francia, dove sono molto comuni, vengono chiamati “ jardin d’hiver”, cioè giardini d’inverno ) con cui crea una singola unità.
Le forme possono essere diverse: angolari, circolari e rettangolari, l’essenziale è che si possa vedere anche il cielo e quindi i tetti possono essere piani ma quelli a capanna sono i più consigliabili. La pioggia e la neve deve scendere agevolmente senza rischiare infiltrazioni di sorta che potrebbero sorgere con l’andare del tempo., anche se in un tempo molto distante.
Un conservatory può essere utilizzato per scopi diversi: sala riunioni, sala da pranzo, salotto, studio e persino camera da letto. D’estate si possono trovare soluzioni in grado di schermare il sole e, quando è al suo massimo zenith, di proteggersi dai suoi raggi roventi con dei pannelli elettrici ventilati , internamente poi oltre ad un sistema di riscaldamento si può prevedere un impianto di raffreddamento utilizzando la medesima tecnologia.
A quel punto resta solo da studiare il colore e il tipo di pavimento considerando che l’ambiente è adatto ad ospitare anche le piante e gli animali si dovrebbe perlomeno evitare materiali estremamente delicati , facili ad assorbire macchie o a rovinarsi a causa dell’umidità.
Le piante che amano i conservatories sono essenzialmente quelle che richiedono tanta luce e protezione dal gelo invernale. Tutta la famiglia delle orchidee, ad esempio, amano le escursione termiche; se la notte la temperatura del conservatory scende non hanno problemi, anzi, questo genere di piante risponde con una fioritura che parte da settembre e termina a gennaio e potete immaginare quale effetto donano i loro fiori colorati nel pieno dell’inverno.
Nelle case coloniche la sagoma del conservatory è una delle più attraenti dal punto di vista visivo; il gioco di mattoni o pietra associato al vetro e ferro è archittetonicamente indovinato, l’armonia consiste essenzialmente nel contrasto di stile e nell’offerta di materia che non è un ostentare ma solo una capacità di saper dosare alchimisticamente gli elementi, il che è solo un dono di natura che con la natura vuole colloquiare.