La riservatezza fa parte del nostro DNA e così anche molti personaggi famosi che oggi vivono nella nostra regione, italiani e non, assorbono talmente il nostro stile di vita da non far trapelare ai più il fatto di aver scelto le Marche come luogo di residenza abituale.
Visitare le Marche
Visitare le Marche è una piacevole scoperta: è una terra meravigliosamente ricca perché varia, potremmo dire plurale, come del resto lo è il suo nome. Mare, monte, collina, città e cittadella medievale: luoghi colmi di meraviglie naturali e panorami mozzafiato, frammenti intrisi di storie e tradizioni, nonostante l’avanzare imperante della modernità, perché le Marche sono un luogo in cui passato, presente e futuro si sanno mescolare in un mix incredibile e armonioso. Terra dallo ieri forte e considerevole, con tanto da regalare oggi a chi ne va alla scoperta.
Le Marche, la regione al plurale
Ci sono molte guide sulle Marche, e tutte ottime, ma il mio piccolo contributo da marchigiana per visitare le Marche lo voglio dare anch’io e per fare ciò vorrei descrivere prima i suoi abitanti; gente cordiale e riservata, a tratti chiusa forse , ma sempre generosa e con un grande cuore. I marchigiani sono gente onesta e di poche parole, semplici e allegri ma anche abituati a lavorare.
Quasi mai caciaroni e facili quando vedono un’ingiustizia s’infiammano come pochi, non a caso Ancona fu per molto tempo, lo scorso secolo, la patria degli anarchici per eccellenza. Joyce Lussu, artista italo inglese del Novecento che visse nelle Marche scrisse, per l’appunto: “Sherlock Holmes, anarchici e siluri”, ambientato proprio qui.
Le origini del nome
Le Marche, occorre dirlo, sono l’unica regione italiana con un nome al plurale. L’origine è da ricercarsi ai tempi del Sacro Romano Impero, nell’800 d.C. In quest’epoca Carlo Magno, diventato imperatore, divise i possedimenti dell’Impero in feudi, ognuno dei quali veniva affidato a nobili marchesi. Il termine “marche” deriva perciò dal lemma tedesco “mark”, ovvero “confine”. Le Marche all’epoca, perciò, altro non erano che un raggruppamento di possedimenti (conosciuti in particolare quelli di Ancona, Camerino e Fermo) delimitati da dei “mark”.
Le origini del simbolo
La storia del simbolo di regione è, invece, ancor più curiosa. La legge di adozione dello stemma, la n.13 del 15 marzo 1980, recita: “«La scelta trae origine da una antichissima tradizione che narra di popolazioni Sabine che nell’attraversare l’Appennino durante il ver sacrum portarono con sé un totem, un uccello sacro: il picchio».
Forse, infatti, non tutti sanno che quell’uccello raffigurato è in realtà un picchio verde stilizzato, il quale poggia su di una M maiuscola, che sta ovviamente per Marche. Il picchio era animale sacro per i fenici, che abitarono le nostre terre con certezza durante l’età del Ferro, fra il II e il I millennio a.C., lasciando tracce indelebili del proprio passaggio e tentando, per la prima volta nella storia, di unificare più popoli e culture fino a quel momento perlopiù nomadi e incredibilmente diversificati.
La storia dei fenici risiedo molto, molto lontano nel tempo. Dopo di loro, tanti altri grandi personaggi hanno abitato questa terra incredibile, chiamandola casa. Fra loro occorre senza dubbio menzionare: pittori del calibro di Bramante e Raffaello Sanzio, così come i grandissimi compositori Gioacchino Rossini e Gaspare Spontini. Giacomo Leopardi, con la sua Recanati, e ancora: Enrico Mattei, Maria Montessori e Beniamino Gigli.
Le marche e i luoghi più famosi
E ora una breve descrizione dei luoghi di maggior spicco delle Marche, senza dimenticare che ogni luogo che non cito, per ovvie ragioni di spazio, vale la pena di visitare; in primis vale girare per le campagne, in estate, specie al tramonto, senza chiedersi dove si sta andando, semplicemente vagando per le colline. Scoprirete il piacere di scoprire paesaggi e forme e colori inaspettati: un mare di verde e giallo all’infinito, come recita una poesia del Leopardi.
Partiamo da Ancona e la Riviera del Conero, con il suo gioiello per eccellenza: Portonovo. Questa incantevole baia circondata dal verde del Monte Conero e dal mare Adriatico in estate è stracolma di gente che si gode le sue spiagge, ma vale sempre la pena andarci, magari verso sera, per godersi il tramonto sul lato ovest, sul molo di Portonovo.
Scoprirete il piacere di ammirare paesaggi e forme e colori inaspettati: un mare di verde e giallo all’infinito, come recita una poesia del Leopardi.
Ancona è una città particolare, a volte ostica e incomprensibile ai turisti ma se si va nel suo centro storico, specialmente al Duomo di San Ciriaco, luogo scelto da Luchino Visconti come sfondo per un suo film (Ossessione, 1943) e cito anche Nanni Moretti (La stanza del figlio, 2001) che adottò questa città per le riprese di tutto il suo intero film, allora forse si può capire il suo vero volto.
Il Duomo va visto di mattina presto oppure al tramonto, questo perché è stato edificato nel punto di congiunzione tra est e ovest dove il sole sorge e tramonta sul mare, se si guarda al suo rosone centrale di bellissima chiesa romanica, semplice, lineare eppure perfetta, è da lì che si intersecano i due punti cardinali.
La camminata al faro vecchio, il campo degli ebrei, dove si ha la sensazione di stare su un’isola dell’Adriatico, piena di profumi e spezie, Capodimonte e il Passetto percorrendo il Viale della Vittoria arrivando alle sue famose grotte utilizzando l’ascensore pubblico, sono tutti luoghi cari agli anconetani ma sconosciuti ai più che rimangono spaventati dalla difficoltà dell’ ingresso alla città e magari si fermano alla stazione ferroviaria.
Al ristorante chiedete dei famosi moscioli di Portonovo, buoni soprattutto tra giugno e agosto e mangiateli nella sua cucina più semplice: appena scottati, con prezzemolo e limone. Ma altre città valgono una visita tra questi cito senz’altro Ascoli Piceno , che possiede la piazza più bella d’Italia e non lo dico per partigianeria, e un caffè antico splendido quale il caffè Meletti.
Urbino, un’autentico gioiello rinascimentale con il suo Palazzo Ducale fortemente voluto dal suo più amato concittadino e uno dei più grandi strateghi politici e militari del Rinascimento italiano: Federico da Montefeltro. Consiglio di leggere la storia di quest’uomo vissuto nel Quattrocento, la sua nascita illegittima, la sua carriera e la sua grandeur di uomo illuminato rinascimentale, ci sarebbe da innamorarsene! Attendo con ansia un film su questa figura storica , dipinto da artisti del calibro di Piero della Francesca, il quale lavorò per il duca per molti anni. Ad Urbino trovate dipinti del Raffaello, nato in Urbino, di Paolo Uccello, di Piero della Francesca, lo studiolo intarsiato di Giusto di Gand e Pedro Berreguete.
Trovate la casa del Raffaello e il Mausoleo dei Duchi, trovate i paesaggi dipinti da Federico Barocci, uno dei quali si trova al Museo di Madrid, e vi incanterete. Lo studiolo è rivolto a ovest, verso la Toscana, Federico da Montefeltro fu uomo d’arme di Lorenzo de’ Medici, da lì aveva modo di guardare verso il suo Signore, ma fù uomo d’arme della famiglia Sforza di Milano, dei d’Este, degli Aragona e infine del Vaticano che lo premiò dandogli il titolo di duca. Con i proventi delle sue battaglie costruì il suo Palazzo Ducale in Urbino, in onore anche di Battista Sforza, la donna che amò e sposò in seconde nozze. Vale la pena di andarlo ad ammirare, davvero.
Al ristorante chiedete degli strozzapreti alla panna o la crescia con le verdure, una specialità del luogo.
Ma girando per tutte le Marche vi posso indicare Loreto e la sua famosa basilica con il mausoleo del Bramante, Recanati o Macerata, con la sua famosa Arena Sferisterio, seconda per grandezza solo all’Arena di Verona, dove in estate potete trovare spettacoli grandiosi come Madama Butterfly, e tanti tanti altri. Basta seguire il cartellone.
Che dire di Camerino e San Severino? Bellissime. Jesi e il suo Teatro Pergolesi in omaggio al suo più caro concittadino, (ma ha dato i natali anche a Valeria Moriconi e Virna Lisi, nonché a Valentina Vezzali e Roberto Mancini) le Marche amano il teatro e la cultura in generale, a Pesaro trovate una libreria ogni cinquanta metri!
Delle città costiere più piccole vale menzionare Senigallia, una cittadina vivace e trendy, con una spiaggia bella e ampia, adatta alle passeggiate sia estive che invernali e cenare in uno dei numerosi ristoranti sulla spiaggia, ce ne sono due in particolare che sono premiati dalla Guida Michelin.
Poi c’è Sirolo e Numana, due piccole perle attaccate al Conero. Dovete vederle!
Inoltre San Benedetto merita una menzione speciale per la sua spiaggia e le sue palme.
Le Marche sono piene di leggende e misteri, i cui teatri sono meravigliose spiagge e castelli ancora oggi visitabili: da Mitì, la sirena del Conero, fino all’amore impossibile di Paolo e Francesca, reso immortale dall’Alighieri. E, per ribadire la straordinaria pluralità di questa regione anche in materia linguistica, se ad Ascoli si dice che “Mejio un’ou oggi che una gajina domà!”, a Fano diranno “mej n’ov ogg’ che ‘na galina dman!”.
E per finire, parlando di presente e nuove tecnologie, le Marche non perdono proprio un colpo: sono infatti da anni la regione più Green d’Italia, grazie all’attenzione nei confronti dell’ambiente, della raccolta differenziata, nonché alla promozione di percorsi naturali e di protezione nei confronti delle sue incantevoli vallate, altre ad un fitto percorso di reti ciclabili, tutto da vivere anche in vacanza.
Visitare le Marche è un’esperienza indimenticabile: una volta provata non è possibile rinunciarvi facilmente.
Finisco qui, sicura che altre cose le scoprirete voi spero, senza nessuna guida e magari sceglierete un piccolo paesino sperduto nella campagna, come ce ne sono a centinaia, e deciderete di farne la vostra dimora per gli anni a seguire… Buon soggiorno!
Progetti
Le case presenti nella sezione Progetti sono state recuperare o ricostruite di nuovo a seconda delle necessità e delle difficoltà da affrontare.
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